Alimentazione

Allarme uova italiane, ritirate un milione per pericolo salmonella: epidemia in corso?

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Un richiamo di proporzioni eccezionali, comunicazioni incomplete e una filiera complessa che si estende ben oltre i confini nazionali. Questo è quanto emerge dal caso delle oltre un milione di uova contaminate da Salmonella enteriditis, un episodio che nelle ultime settimane ha sollevato un polverone sulla trasparenza informativa e sull’efficacia dei controlli pubblici.

Nonostante la portata del ritiro, infatti, le informazioni ufficiali riportate dal Ministero della Salute risultano molto frammentarie, mentre la ricostruzione de Il Salvagente attraverso la comunicazione Rasff offre un quadro molto più articolato e preoccupante.

Il focolaio partito dal Mantovano

La vicenda ha origine circa un mese fa, quando le autorità sanitarie della Lombardia e dell’Emilia Romagna, nell’ambito del Piano nazionale Salmonelle 2025/2027, hanno rilevato la presenza del batterio in un campione proveniente dall’azienda agricola Le Bucoliche di Cavriana in provincia di Mantova.

L’allevamento, pur avendo una struttura contenuta (appena 4 dipendenti) ha presentato una produzione intensiva notevole. E i numeri, d’altronde, parlano charo. 1.144.800 uova contaminate destinate al circuito italiano ed europeo.

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I lotti attenzionati – alimentazione-salute.it

Una parte significativa di queste uova è stata alla società agricola Fiorin di Sant’Agata sul Santerno, in provincia di Ravenna, che funge da centro di selezione e smistamento. Da qui il prodotto è arrivato a una rete di grossisti che include nomi di peso come Eurovo e Metro Italia, raggiungendo quindi supermercati e punti vendita in numerose regioni taliane.

Il ritiro non riguarda soltalto il nostro Paese, ma anche altri stati in cui le uova sono state vendute ovvero Austria, Francia, Germania, Croazia, Slovenia, Monaco e San Marino. Metro Italia, per esempio, ha esportato le uova in Slovenia e Croazia, mentre Eurovo le ha distribuite a San Marino.

Il nodo Fiorin e il silenzio delle istituzioni

Secondo la documentazione Rasff la società Fiorin ha ridistribuito 18 lotti proveniente dall’allevamento mantovano tra il 21 ottobre e 3 il novembre. Alcune di queste uova sono state destinate a centri di sgusciatura e pastorizzazione che eliminano il rischio microbiologico. Altre invece sono state vendute tali e quali dopo il confezionamento.

Solo una parte di queste (quelle a marchio Spinovo), è stata ufficialmente segnalata dal Ministero della Salute. Di tutte le altre, distribuite da decine di operatori italiani ed europei, non compare alcuna traccia negli avvisi ministeriali. Una discrepanza che ha lasciato sconcertata la stessa Spinovo.

Le informazioni Rasff mostrano che diversi operatori hanno attivato correttamente procedure interne di ritiro e comunicazione ai propri clienti. In Austria, ad esempio, tramite il grossista Pasolli, i clienti hanno dichiarato di aver già consumato interamente il prodotto.

Altri operatori, come la cooperativa C.O.P.R.A. di Cesena, hanno riferito di essere venuto a conoscenza della non conformità solo dopo che le uova erano già state pastorizzate.

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